CONTEMPLANDO L’INCARNAZIONE
- Entro nella preghiera
– pacificandomi
- Con un momento di silenzio;
- respirando lentamente;
- pensando incontrerò il Signore;
- chiedendo perdono delle offese fatte
- e perdonando di cuore le offese ricevute.
– mettendomi e prendendo coscienza che: “Sono alla presenza di Dio”
- faccio un segno della croce;
- per un breve momento sento come Dio mi guarda “amorosamente e umilmente”;
- faccio un gesto di riverenza;
- inizio la preghiera nella posizione che più mi aiuta, chiedendo al Padre, nel nome di Gesù, che mi conceda il suo Spirito Santo, perché tutti i miei desideri, la mia volontà, la mia intelligenza e la mia memoria siano ordinati unicamente al suo servizio e lode.
- Mi raccolgo…
- immaginando interiormente il luogo in cui si svolge la scena che voglio considerare.
- Chiedo al Signore ciò che desidero…
- sarà la grazia di cui ho bisogno in questo momento, o che mi suggerisce la scena evangelica che sto per contemplare, in relazione a ciò che Gesù sta facendo o dicendo.
- Medito e/o contemplo la scena…
- leggendo lentamente il testo, punto per punto;
- sapendo che dietro a ogni parola si trova il Signore che mi parla…
- usando:
* la memoria e l’immaginazione per ricordare;
* l’intelligenza per comprendere e applicare alla mia vita;
* la volontà per desiderare, amare, chiedere, rendere grazie, adorare…
Spunti di meditazione Lc 1, 26-38
- Qui sarà contemplare il concepimento di Gesù nella mia umanità. Mi metto alla presenza di Dio, sento il suo sguardo posarsi su di me e gli offro tutto me stesso. Poi faccio tre cose:
- Primo, ricordo la “storia” su cui sto pregando: la Santissima Trinità conosce il mondo del genere umano e vede come stiamo devastando la terra, rendendoci impossibile la vita l’uno all’altro e trasformando molti di noi in ruderi umani. Vede la situazione attuale di malattia, le nostre città vuote, la paura che serpeggia tra gli uomini, la fatica di medici e infermieri a prendersi cura dei malati, le famiglie che piangono i loro morti, quelli che hanno perso il lavoro, gli anziani soli…
Dall’infinito ed eterno amore di Dio, il Padre manda il Figlio perché entri in tutto questo mondo e lo salvi. Mandano poi l’annuncio a Maria.
- Secondo, immagino me stesso, come ho fatto prima, in questo mondo reale. Sono profondamente radicato nell’umanità e in tutto quello che vi succede. Dopo aver visto la globalità della terra, mi porto a Nazaret, in Galilea, dove si trova Maria.
- Terzo, chiedo quello che voglio. Ciò che voglio ora è una profonda e intima conoscenza di Gesù che per me si è fatto uomo. Voglio un amore forte per Lui, voglio seguirlo dove Egli va, assumere il suo stile, la sua mentalità, il suo cuore.
- Poi passo a questi altri tre punti, in un modo o nell’altro, con la fantasia, la meditazione o la contemplazione; dopo aver lavorato su di essi, considero ciò che questo significa per me, per il mio ambiente e per l’intera umanità.
- Primo, guardo le persone sulla terra, di diverse razze e gruppi etnici; alcuni alla scrivania altri alla guerra; ridono, giocano, piangono, si appartano; sono bambini, adulti, morenti. Io guardo Dio che osserva tutto questo e mi chiedo che cosa Egli provi. Vedo Maria che abita in Nazaret.
- Secondo, ascolto il tumulto dei suoni, la musica e le macchine; amici che chiacchierano e nemici che insultano; alcuni al lavoro, uomini che vivono in pace altri che agiscono violentemente; folle turbolenti e rivolte. Ascolto i pensieri di Dio: «Salviamo tutta quella gente…». E sento le parole dell’angelo a Maria.
- Terzo, entro nelle frenetiche attività della terra, accelerare, costruire, combattere, suonare, qualsiasi altra attività umana; troppo spesso distruggendo vite umane o l’umanità nelle persone viventi. Vedo Dio lavorare affaccendato, Lo vedo dar inizio all’incarnazione e faticare tra il genere umano. Vedo l’angelo che porta il messaggio e Maria, Nostra Signora, che s’inchina e accondiscende, si fa strumento docile della grazia.
N.B. Non avrò fretta, non occorre far tutto; è importante sentire e gustare interiormente, fermandomi dove e finché trovo frutto, ispirazione, pace e consolazione; avrò riverenza più grande alla fine della riflessione, quando incomincio a dialogare con il Signore.
- Concludo
- con un colloquio col Signore da amico ad amico su ciò che ho meditato o contemplato;
- termino recitando un Padre nostro;
- esco lentamente dalla preghiera.
Nel cammino della preghiera nessuno è maestro. È il Signore che ci aiuta e istruisce con la Parola e con lo Spirito. Tuttavia, è necessario che ci disponiamo, in ciò che tocca a noi, con metodo e preparazione personale, lasciando tutto lo spazio al Signore nel momento in cui si fa presente. Chi cerca con la lettura, trova con la meditazione; chi cerca con la meditazione, trova con l’orazione; chi cerca con l’orazione, trova con la contemplazione; chi cerca con la contemplazione, incontra l’unione con Dio e la capacità di trovarlo in tutte le cose.
Fonti: S. Fausti, J. Tetow