Perdonare per vivere
I miracoli che Gesù compie per rinnovare l’uomo, vengono dalla fede e conducono al servizio; questi miracoli sono segni per mostrare sulla terra il potere di Dio, quello cioè di perdonare i peccati.
Il perdono dei peccati è l’unica realtà che l’uomo non può darsi da solo: il perdono si può solo ricevere e donarlo; in entrambi i casi fa entrare in una relazione con un “tu” che interpella e chiede di essere accolto.
Per questo il perdono dei peccati è un segno di salvezza, è una guarigione interiore che libera dal male radicale di ripiegarsi su se stessi, provocando l’apertura a un Altro, che è riconosciuto come Padre, e agli altri che sono fratelli.
Perdonare è il miracolo più grande che Gesù ha realizzato in mezzo a noi; è stato il suo stile di vita fino all’ultimo momento, fin sulla croce quando ha donato definitivamente il suo perdono a quella umanità che aveva tanto amato.
Il perdono è l’esperienza di un amore più grande di ogni male, più grande anche del male estremo che è la morte e la paura che l’accompagna.
Perdonare significa nascere e far ri-nascere alla vita. Abbiamo tutti il potere di legare e di sciogliere… quante situazioni potremmo sciogliere e invece leghiamo facendoci del male e facendolo agli altri.
Il perdono non è debolezza ma sapienza di vita!
Se il peccato è divisione e la divisione è morte; il perdono ristabilisce una comunione ancor più profonda ed è segno di vita.
Nell’oggi della Chiesa e nel nostro mondo, nelle nostre realtà familiari e di lavoro siamo noi che dobbiamo continuare il miracolo che Gesù ha compiuto a favore di ogni uomo; siamo noi chiamati a diventare segno di riconciliazione gli uni verso gli altri.
Lo possiamo fare una volta che siamo riconciliati con noi stessi e che ci perdoniamo.
Proprio in forza dell’esperienza del male e del perdono ricevuto, siamo in grado di vivere la misericordia nel qui e ora della nostra storia.
Quanto desideriamo essere persone riconciliate!
Questa dimensione di risurrezione la viviamo e la condividiamo ogni qualvolta siamo disposti a ricevere e donare il perdono.
Anche perdonarsi non è egoismo, non è autogiustificazione di un male che comunque vediamo e desideriamo rigettare, è necessario per vivere.
La guarigione, che viene dal perdonare e dall’essere perdonati, conduce ogni uomo alla sua casa, là dove il Signore lo ha pensato e voluto: la pienezza della comunione e della relazione.
Spunti di riflessione:
- So vivere questa dimensione di perdono in tre direzioni: Dio, l’altro, me stesso?
- Lascio che il Signore guarisca me e la mia storia?