Dedicata originariamente alla Natività, la cappella oggi prende nome dal tema della attuale pala d’altare, opera del romano Giovanni Gagliardi, noto a cavallo del XIX e XX secolo per le sue opere sacre.
Le pitture originali, risalenti all’ultimo ‘500, sono di Nicolò Circignani , detto Il Pomarancio (1516-1596), un’artista prediletto dei gesuiti del tardo Cinquecento: nella volta la Celebrazione celeste della natività di Cristo, nei pennacchi i profeti David, Isaia, Zaccaria e Baruch, nel lunettone destro l’Annuncio dei pastori, in quello sinistro la Strage degli Innocenti. Gli specchi delle pareti, sempre da Circignani, raffigurano la Presentazione di Gesù al Tempio e l’Adorazione dei Magi.
Quattro statue simboleggiano, nella parete di fondo, la Temperanza e la Prudenza (destra), e la Fortezza e la Giustizia (sinistra).
La ricca decorazione della Cappella è completata da quattro monumenti sepolcrali addossati alle pareti: tre dedicati ai patroni Cerri, patroni settecenteschi della cappella con legami ai Barberini, famiglia del Papa Urbano VIII. Si tratta di Mons. Antonio, suo figlio Card. Carlo e di un altro consanguineo. Il quarto a Rosa Bianca Martinetti, defunta nel 1838, è evidentemente imitazione fatta per simmetria.